Capita a tutti
di svegliarsi al mattino
di pettinarsi i capelli.
di farsi belli,
per andare alla guerra.
di mangiare qualcosa
sul banco di un bar
guardare negli occhi il barista
e chiedere acqua
perché nella gola c’è ancora
quel vuoto
che gratta 

Capita a tutti
di aver davanti due vie
lontane o vicine
ma sempre due vie
 (…)
 Capita a tutti
di sentirsi più forti
come i salmoni
risalire la corrente
per cercare la vita
e trovarci la morte
Da carcerieri a reclusi
Capita a tutti
di vivere.
 Gaetano Munno

SOGLIE

di Gaetano Munno
regia di
Massimo Lanzetta
con
Luciana Paolicelli
Nadia Casamassima
Antonella Mazzei
Giovanna Staffieri
Adriana Uricchio

Pre- occuparmi di Soglie
preparargli un’accoglienza
una presentazione
interessare le persone che vorrei venissero a vederlo
metterle al corrente di alcune delle questioni attraversate con Soglie
trasmettergli un’affezione la mia per Soglie
è quanto mi sta a cuore.
trasmettergli un’affezione la mia per Soglie
è quanto mi sta a cuore.

Soglie è un disagio uno ‘stare sulle spine’ una scomodità
quello dello scrittore Gaetano
quello delle attrici Nadia Antonella Luciana Adriana Giovanna
quello del regista Massimo
quello del pubblico.

 

La partitura di ‘Soglie’ non è un’opera con una linearità narrativa
il copione definitivo è l’evento’ Soglie ’ nelle sua totalità
le attrici il burqa le luci la scena le sequenze video
il nostro vissuto le modificazioni che ci sono state e continuano ad esserci
sono la scrittura.

L’autore sul testo.

…..stetti zitto, mentre il traffico ci teneva imbrigliati; non mi aspettavo una proposta del genere
e poi gli manifestai qualche perplessità, avevo un po’ di esperienza nella scrittura dei racconti, ma non avevo mai nemmeno immaginato di cimentarmi con la drammaturgia.
“ Questo non è un problema” – mi rispose – “al teatro servono buoni narratori”.
A parte l’aggettivo’ buono’ che pensai fosse stato pronunciato per amicizia( io e Massimo ci conosciamo da più di vent’anni)la cosa mi si chiari con il continuare del discorso.
Non avrei scritto il testo chiuso nel mio studio. Non l’avrei fatto a trecento chilometri di distanza
da loro: doveva nascere lì, dove provavano , dove la parola doveva- necessariamente-tenere conto di un’azione, di una musica, di un taglio di luce, dei quadri di un grande pittore….
Ricordo il disagio.
A volte avevo l’impressione di aver scritto qualcosa di molto bello, che poi risultava ‘poco adatto’. Altre volte le cose mi sembravano del tutto ordinarie, ma mi si diceva che funzionavano.
Come quando scrissi
quella che adesso è la prima storia di ‘Soglie’.
Mi venne in mente ripensando a cio che mi raccontò della sua famiglia una mia amica, Maria:
aveva due sorelle, che decisero di farsi suore di clausura. La prima, quella più grande che scriveva poesie di nascosto, morì di cancro. La più piccola, Maria andava spesso a trovarla.
E di quegli incontri aveva in mente gli odori i gesti i suoni e poi la preparazione del caffè quello che le offrivano tutte la volte e di cui non riusciva ricordarne mai il sapore. Ne nacque un monologo: non entusiasmò più di tanto. Ma a Massimo piacquero alcune immagini evocate : i petali di rose sparsi sul letto,la preparazione del caffè e cominciò a lavorare con le sue attrici.

Il mio monologo fu trasformato in un dialogo…

Gaetano lo scrittore dice di ricordare il disagio iniziale
a volte aveva l’impressione di aver scritto qualcosa di molto bello
che poi risultava ‘poco adatto ‘
altre volte le cose gli sembravano del tutto ordinarie
ma gli si diceva che funzionavano

come quando scrisse
quella che adesso è la prima di storia di Soglie

gli venne in mente ripensando a ciò che gli raccontò della sua famiglia una sua amica Maria
aveva due sorelle che decisero di farsi suore di clausura
la prima quella più grande che scriveva poesie di nascosto morì di cancro
la più piccola Maria andava spesso a trovarla
e di quegli incontri aveva in mente gli odori i gesti i suoni e poi la preparazione del caffè
quello che le offrivano tutte la volte e di cui non riusciva a ricordarne mai il sapore.
Ne nacque un monologo non entusiasmò più di tanto
ma a Massimo piacquero alcune immagini evocate
i petali di rose sparsi sulle lenzuola la preparazione del caffè
e comincio a lavorare sulle attrici

io e le mie compagne di lavoro.

l’autrice attrice
compone con il corpo una prima partitura della propria ‘soglia’
a partire da una musica cara
subito dopo comincia a scrivere
e a partire dalla scrittura ricomincia a comporre col corpo

 

il loro sforzo
costante
incessante
dello stare sulla scena
con il volto coperto dal burqa
alla ricerca delle loro ‘soglie ‘

il loro disagio
quando il burqa hanno dovuto toglierlo
e ritrovare una dimensione ‘ oltre ‘
nello svelamento

Le azioni delle attrici nascono e si trasformano
con l’intervento dello scrittore e del regista
indossare il burqa fa emergere questioni interessanti sul ruolo dell’attore
il volto coperto esalta e non svilisce la sua presenza sulla scena

Giovanna

lavora sulla possessione del corpo
scrive molto su questo e compone azioni che alla fine profumano di Salento.

Nadia

affina l’essenzialità del movimento del gesto cerca per la sua ‘ soglia’ una calma adeguata che sappia far trasparire appena le inquietudini le rabbie le certezze del suo personaggio ‘ bianco ‘.

Antonella

lavora sulla durezza
ha provato le voci più basse e le ha indossate su un corpo di ragno predatore
il mio obiettivo è dare alla sua ‘ soglia’ tutta la ‘ bassezza ‘ necessaria.

Adriana

attrice istintiva animale
fatica a contenersi
ha un ruolo difficile al fianco di Antonella
soffre molto, è questa la sua ‘ soglia ‘

io

portiera di ‘soglie ‘,
lavoro a volto scoperto
e conduco il pubblico.
Ho letto tanta Merini
e fatto due figli,
così sono diventata quella ‘ sedia
sulla quale non si siede mai nessuno ‘.