Per-corsi, strumenti di teatro e allenamenti per un teatro popolare di ricerca
Diventare pane per essere mangiati.
Ci sono state due modalità di lavoro tra cui poter scegliere: il Centro Addestramento Reclute e la Grande Armata Pubblico.
In entrambe le modalità, ciascun partecipante era denominato ’GUERRIERO’ ed era tenuto a portare sempre con sè almeno un ARMA.
Per “Arma” si intendeva un libro o una musica, o una foto, o un’opera cinematografica, etc. particolarmente cara all’allievo.
Il Guerriero ’armato’ partecipava così al ’Gioco della Grande Armata’, all’interno del quale si snodavano gli apprendimenti e le verifiche della Scuola.
A chi ci rivolgiamo.
A tutti.
A che serve il Teatro?
A dare un punto di vista
Diverso sul mondo
Svuotare la testa e metterci altre cose
Se il mondo va in un’altra direzione
E alcuni non si riconoscono
Nella direzione del mondo
Il teatro ci avvicina a quell’essenza
Pura delle persone
Prima pensavo che il teatro
Fosse necessario
Fino a un certo punto.
Passato e Presente.
La nostra ricerca teatrale da diversi anni persegue una strada i cui paesaggi invitano alla sosta e alla contemplazione. Il nostro sguardo verso il corpo di quello che non sappiamo definire ‘attore’, in questo luogo che non sappiamo più definire ‘teatro’, si è concentrato su quella parte solo apparentemente invisibile che sappiamo ancora definire ‘anima. Grazie al ‘teatro’ ci siamo persuasi che ogni essere vivente, come ogni cosa, come ogni luogo in questo mondo ha un’anima. Su questa, svelando e adoperando i suoi complessi modi di comunicare, continuiamo a concentrare la nostra attenzione. Pur riconoscendo la diversità e la molteplicità di queste anime, sentiamo (e abbiamo già verificato nella pratica) che in ciascuna vi è una voce comune, unica e muta che esprima solitudine. Questo sentirsi sola testimonia la mancanza di qualcosa un tempo condivisa nell’esistere ‘sociale’, forse un’origine, un’autentica, pura comunione. Questa solitudine si annulla in particolari condizioni e luoghi: luoghi interni, luoghi esterni, non luoghi, tutti presenti nel ‘teatro’. Nella Scuola di Teatro Naturale ci dedichiamo a ‘persone’, vale a dire a non attori. Lavoriamo con loro attraverso allestimenti di spazio – tutti diversi per ciascun giorno di lavoro – concepiti per accogliere anime inconsapevolmente desiderose di ricordare quel tempo e riproporlo nell’incontro con gli altri. Noi, che ci definiamo maestri invisibili, siamo stati provocatori e testimoni di un’evoluzione sorprendente: una danza rituale multiforme priva di parole, un susseguirsi di azioni che è fuorviante definire ‘improvvisazioni’, ma che ricordano rituali antichi, pur non tradendo la contemporaneità, l’essere qui ora. Gli allievi persone danno luogo spontaneamente ad azioni performative di toccante bellezza, lasciando libero il corpo di raccontare l’anima.